Di Francesco Rosati
Ho avuto il piacere di intervistare Andrea Natale, un giovane regista italiano. Di recente ha realizzato il reportage "S.O.S Sold Out?".
Ciao Andrea! Parlaci un pò di te.
Sono un sognatore e mi piace lavorare in collaborazione con altri autori, amici con cui condividere idee o riflettere su diverse tematiche e progetti culturali.
Ricordo di
aver sempre amato il cinema, fin dalla mia infanzia.
Per questo
motivo ho intrapreso gli studi universitari inizialmente nella facoltà
Letteratura Musica e Spettacolo, successivamente frequentando l’accademia ACT
multimedia di Cinecittà, in cui mi sono diplomato in regia del documentario,
proprio in quel contesto è iniziato il mio percorso nel cinema reale.
L’approccio pratico, i primi set e avere l’opportunità di incontrare
professionisti e altri giovani, i primi contatti lavorativi, è stato
determinante. Ho continuato specializzandomi anche nel campo della Produzione
cinematografica, televisiva e multimediale.
Insieme al
mio collega ed ex compagno d’Accademia Stefano Tammaro, nel 2019 abbiamo
fondato la casa di produzione Cinetika s.r.l.s.
Ho diretto
diversi brevi film di fiction e corti documentari, con un approccio attento
alla costruzione estetica di ogni inquadratura. Ho affrontato storie in cui la
“diversità” dei protagonisti fosse un punto di forza: dipendenze patologiche,
sociali, approcci alla vita non comuni sono state il pretesto per approfondire situazioni
interessanti da nuovi punti di vista.
S.O.S. Sold Out? è un reportage realizzato con Giuseppe Sciarra. Il progetto parla della situazione del mondo dello spettacoloin questo momento. Parlami di quest'opera.
“S.O.S.
Sold Out?” realizzato assieme al mio amico e collega Giuseppe Sciarra, prende
il via dalla necessità di dare voce a chi da diversi mesi vive una situazione
al momento particolarmente difficile, i lavoratori dello spettacolo, operatori
culturali colpiti dall’emergenza Covid-19. Abbiamo cercato di dare voce agli
artisti ma anche a chi lavora dietro le quinte, non esprimendo un giudizio
univoco. L’obiettivo è quello di provocare nello spettatore, attraverso il
confronto tra le voci dei protagonisti, gli stessi interrogativi, lasciando
loro la libertà di condividere o meno le loro opinioni. È evidente che la
situazione in cui ci troviamo non ha precedenti nella storia del nostro Paese,
non mi sento di condannare le scelte prese per la tutela della salute degli
italiani, ma credo che adesso sia arrivato il momento di studiare un piano per
il futuro, per i giovani e per tutti quei professionisti che sono disposti a
ripensare, studiare, acquisire tutte le competenze necessarie per elaborare
strategie che rendano possibile rimettere in atto tutte le iniziative culturali
che al momento sono state sospese, per ridare linfa vitale a tutti noi, che non
possiamo vivere soltanto di beni materiali, che l’arte è il nutrimento del
nostro spirito.
Più di
trenta persone, musicisti, autori, registi, attori, attrici, gestori di sale
cinematografiche e teatri, operatori della cultura, hanno apportato il loro
contributo come protagonisti nel reportage S.O.S.: Ascanio Celestini, Mimmo
Calopresti, Edoardo Purgatori, Nicola Conte, Claudio Insegno, Valerio
Lundini, Fabio Meloni del Nuovo Cinema Aquila e tanti altri. Hanno risposto al
nostro appello e noi abbiamo trovato facilmente un filo conduttore per
organizzare e riunire i loro discorsi e le loro proposte. Un’occasione per
proporre un dialogo con le istituzioni. Il reportage è disponibile sul canale
ufficiale Virtual Stage e a breve sarà disponibile sempre gratuitamente anche
su altre piattaforme italiane. Ricordo che il progetto è stato realizzato per
Gufetto Mag e Gaiaitalia.com Notizie.
A chi ti ispiri?
Questa è una domanda difficile, diciamo che amo molto il pulp tarantiniano e la cupa e visionaria regia di Nolan.
Nel cinema
documentario apprezzo particolarmente il cinema di inchiesta di Michael Moore.
Credo comunque di non essermi fatto influenzare eccessivamente da un singolo regista, ho uno stile che è la sintesi di molteplici ispirazioni artistiche e letterarie, non solo cinematografiche e probabilmente per questo motivo, avere tanti riferimenti culturali mi ha permesso di differenziarmi e avere uno stile più personale, in continua evoluzione.
Oltre ad S.O.S., hai altri progetti di qui mi puoi parlare? Hai qualche altro progetto in cantiere?
Il 29
ottobre 2020 il mio documentario “Australian Dreams”é stato inserito in
versione streaming su Amazon Prime Video Italia. Il film racconta l’emigrazione
degli italiani in Australia dal punto di vista degli italiani.
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Australian Dreams è disponibile su Amazon Prime Video. Alla fine dell'articolo c'è il link per la visione. |
Sono
partito dal recupero di immagini e video inediti in 8 e super8 girate da mio
nonno paterno, dalla storia della mia famiglia nel nuovissimo continente, nonni
immigrati in questa terra misteriosa alla ricerca di un riscatto economico e
sociale, mio padre nato e cresciuto a Sydney per la maggior parte della sua
infanzia e adolescenza.
Grazie alla
partecipazione di Greg French, ambasciatore australiano in Italia dal 2016 fino
al mese di giugno del 2020, partendo dal racconto famigliare la narrazione si
sposta verso una ricostruzione storica dell’emigrazione italiana tra gli
anni ‘50/70, spaziando da eventi pubblici come l’arrivo del Presidente
Saragat a Sydney a scene di vita quotidiana e bellezze paesaggistiche.
Mi sono
recato in Australia per ripercorrere il viaggio e proporre un confronto
necessario tra passato e presente, immergendomi in realtà che mantengono vive
le tradizioni italiane. Ho incontrato alcuni membri della squadra di calcio
dell’Apia club, Jim Apostolovski e John Callega, rispettivamente chairman e
men’s coach della società; Andrea Carnuccio, tra i director del Marconi Club;
Vincenzo De Paolis, presidente di Uniti in Australia, associazione che offre
sostegno ai nuovi migranti italiani a Melbourne; la famiglia Rapattoni, che
propone da generazioni la cucina italiana in Australia con il marchio “Pasta
Italia”; Joe Capobianco, appassionato restauratore di vetture d’epoca.
Il viaggio
viene quindi raccontato attraverso le interviste ai protagonisti, che si
alternano con i video dell’epoca e le riprese da me girate tra Roma, Sydney e
Melbourne.
Ho diversi progetti in cantiere, tra questi un documentario sugli italiani in Canada, per proseguire la strada delle migrazioni dei nostri connazionali, ancora in fase progettuale. In uscita quest’anno, il corto documentario, per cui ho curato la produzione esecutiva, “Ikos” in cui il regista Giuseppe Sciarra affronta in prima persona il tema del bullismo, una storia toccante di rinascita.
Ultima domanda, come immagini il mondo dello spettacolo Post-covid?
Mi
auspico il ritorno ad una vita in cui si possa ricominciare a praticare la
maggior parte delle nostre consuetudini sociali. Per me avremo la sensazione di
essere “tornati” alla normalità - anche se in realtà dovranno cambiare molte
cose e quindi parlare di “ritorno” forse non rende bene l’idea - non appena le
persone potranno di nuovo godere dello spettacolo dal vivo.
L’uso
delle nuove tecnologie sarà sempre più evidente all’interno dei prodotti
televisivi e cinematografici. Sono sicuro che i canali on demand prenderanno
sempre più campo, ma non soppianteranno mai del tutto i luoghi fisici della
cultura.
Per guardare Australian Dreams clicca qui: AUSTRALIAN DREAMS LINK
Per guardare S.O.S. Sold Out? clicca qui: S.O.S SOLD OUT?
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