Il duemila è stato un anno importante per il panorama cinematografico mondiale. Gli anni novanta se ne andarono tempestivamente lasciando spazio ad un nuovo secolo ricco e vivo di opere che mano a mano si sarebbero trasformate e rivoluzionate in ciò che oggi siamo abituati a vedere sul grande schermo. Nel duemila iniziarono a svilupparsi in maniera drastica le nuove tecnologie, soprattutto la CGI che ad oggi è presente in praticamente qualunque colossal americano.
Per fare un breve recap, quell’anno uscirono film del calibro di “Unbreakable” di Shyamalan, “Snatch” di Ritchie, “Fratello, dove sei” dei Coen, “In the Mood for Love” di Wong Kar Wai oppure il capolavoro di Ridley Scott che oramai è un pezzo sacro della storia del Cinema: Il Gladiatore.
Insieme a questi capolavori, che inevitabilmente sono diventati dei cult immensi, nelle sale americane esce “The Patriot” un film storico dal grande budget con protagonista uno dei più talentuosi attori di Hollywood ovvero Mel Gibson.
La trama è abbastanza banale. La storia segue Benjamin Martin, un ex combattente della guerra francese e indiana che cerca di proteggere la sua famiglia durante la Rivoluzione Americana. Nonostante i suoi sforzi per restare neutrale, Benjamin viene costretto a prendere le armi contro l'esercito britannico per difendere la sua terra e la sua gente.
Per analizzare questo film bisogna partire dal regista. Dietro la macchina da presa c’è uno che ad Hollywood ancora oggi fa incassare milioni di dollari ai produttori grazie alle sue opere. Roland Emmerich è uno che nella sua carriera ha quasi sempre diretto produzioni dal grande budget. Dirige prevalentemente film catastrofici e d’azione. Sono state dirette da lui opere come Independence Day, Moonfall, The Day After Tomorrow, 2012 o Godzilla (1998). Nella sua lunga carriera, che va avanti dagli anni ottanta, Emmerich non ha mai dato prova della sua vera bravura. Sono pochi i suoi film oggettivamente salvabili. “The Patriot” rappresenta una svolta per l’autore verso il genere storico-drammatico.
In America vige un forte patriottismo e nazionalismo soprattutto nella parte repubblicana. Questo spirito di combattimento e di libertà è fortemente descritto da molte pellicole nel Cinema americano. Lo stesso Emmerich ben quattro anni prima di dirigere questo film aveva firmato la regia di “Independence Day”, un film estremamente patriottico. Ancora una volta questo attaccamento alla propria nazione si fa risentire tramite la sceneggiatura di questo film.
Lo sceneggiatore di quest’opera è Robert Rodat, colui che ha concepito la sceneggiatura di “Salvate il soldato Ryan" di Steven Spielberg. Nelle sue opere è stato quasi sempre capace di combinare elementi di azione e dramma. Nonostante questo, in “The Patriot” non riesce a sviluppare bene personaggi e storia.
Nonostante provi timidamente ad esplorare la complessità delle emozioni umane, i personaggi del film sono abbozzati e senza una vera e propria costruzione. Un eroe come Benjamin dovrebbe essere complesso e umano, con paure, debolezze e conflitti morali che rendono la sua storia coinvolgente e significativa. Il nostro protagonista in mezz’ora passa dall’essere un pacifico padre di famiglia ad uccidere qualsiasi inglese trovi sotto i suoi occhi. Nonostante abbia le sue motivazioni, questo cambiamento avviene in maniera lampante e quasi grottescamente. Surreale è la scena dove mette in mano ai suoi bambini dei fucili. Mel Gibson fa quel che può ma non riesce mai espressivamente a dare il suo meglio. Questo essenzialmente perché Benjamin è uno spietato assassino senza pietà e senza veri e propri principi morali che lo rendono una macchina da guerra. Non c’è mai una vera e propria crescita da parte dei personaggi che risultano scialbi nonostante delle discrete interpretazioni.
La figura del cattivo è forse quella gestita meglio. Il personaggio di Jason Isaacs risulta essere molto convincente. La sua cattiveria porta lo spettatore a provare astio nei suoi confronti e incarna la figura del cattivo per eccezione. Anche se risulta una scelta narrativa discutibile, il pubblico dovrebbe empatizzare con l’antagonista per avere un risultato migliore, resta comunque uno dei villain più crudeli che io abbia mai visto in un'opera cinematografica.
Di solito un film sulla guerra dovrebbe mostrare la sua crudeltà in maniera da portare lo spettatore a credere che ciò che si sta vedendo è totalmente ingiusto e sbagliato. “The Patriot” agisce al contrario portando sul grande schermo una delle opere più guerrafondaie della storia del Cinema. Se Sam Mendes in “1917” ci mostrava con un bellissimo piano sequenza la brutalità della guerra tramite una storia molto semplice e funzionale, Emmerich ci parla dello stesso tema trasformando il conflitto in qualcosa di utile e necessario. Si, è pur sempre un film sulla rivoluzione americana, ma si poteva sviluppare la stessa idea con risultati migliori senza essere così patriottici.
Facendo ricerche tra l'altro ho scoperto che il film contiene tantissimi errori storici che potevano benissimo essere risolti. In un film di questo livello con un budget così grande queste cose sono quasi imperdonabili.
Nonostante possa sembrare spettacolare e impressionante la regia non presenta particolari virtuosismi tecnici. Non per questo però possiamo considerarla banale. Emmerich dirige discretamente bene i suoi attori. Ci mostra con dei lunghi primi piani i loro volti esaltandone le emozioni. Bene anche in molti piani lunghi. Durante le battaglie prova a giocare con la camera nascondendola tra i soldati, cercando di mostrare la crudezza della guerra. Forse l’utilizzo di troppe camere fisse si poteva evitare portando così più dinamicità alla regia. Alla fine il lavoro svolto da questo punto di vista non è male ma poteva essere studiato e sviluppato meglio da parte del reparto tecnico. Orripilanti e grotteschi sono alcuni rallenty inseriti nel film che spezzano il ritmo delle scene dove sono presenti.
La fotografia del film invece è stata curata da Caleb Deschanel. Deschanel è noto per la sua abilità nell'utilizzare la luce naturale per creare un'atmosfera evocativa e suggestiva. In "The Patriot", ha sfruttato la luce del sole per enfatizzare l'ambientazione storica e creare un contrasto tra le scene di guerra e le scene più tranquille. La fotografia è ottima e contribuisce a creare un'esperienza visiva immersiva per lo spettatore.
In conclusione, Emmerich non riesce a creare un film storico importante con una rappresentazione dettagliata e precisa della guerra d’indipendenza. Crea semplicemente un'opera d’intrattenimento drammatica che svolge il suo compitino ma che purtroppo non eccelle. I film sulla guerra e sul valore sono altri e nettamente più belli.
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