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Intervista a Francesco Erba, regista del film "Come in cielo, così in terra"



Di Francesco Rosati

1275 d.C. Una giovane ragazza è imprigionata nelle segrete di un’abbazia dove un alchimista la usa per strani esperimenti. Solo un giovane amanuense tenta a tutti i costi di liberarla. 
2011 d.C. Una coppia di ragazzi, Cris e Jessy, scompare nei boschi mentre una giovane donna vestita di stracci fa la sua comparsa dal nulla. Durante le prime indagini uno strano manoscritto riaffiora da una tomba.
Oggi. Leonardo, ispettore di Polizia incaricato delle indagini sulla scomparsa dei ragazzi, lascia un video-testamento perché, alla luce delle sue ultime scoperte, teme per la propria incolumità. 

Presentato al Trieste Science+Fiction Festival, "Come in cielo, così in terra" è il film d'esordio di Francesco ErbaHo avuto il piacere di intervistarlo:
 

"Come in cielo così in terra" è un Mokumentary live action alternato ad animazioni. Come hai pensato di unire questi due generi molto diversi fra loro?

Unire live action e animazione è qualcosa che ho sempre trovato affascinante e il film “Come in cielo, così in terra” mi ha dato l'opportunità di poter sperimentare questa commistione. Se devo essere sincero, il film non era stato scritto con questo intento, ma per una serie di motivi, tra cui il fatto che la sceneggiatura consentisse delle scelte così forti, ad un certo punto l'idea di utilizzare una tecnica di animazione per raccontare la storia dell’amanuense e della ragazza mi è sembrata la via più giusta e interessante. Avendo un forte background di lavori in animazione la scelta non è stata sicuramente sofferta, ma volevo trovare comunque una tecnica di animazione un po’ diversa per questo film. Qualcosa che fosse poco visto e fosse anche “sostenibile” in termini economici e di tempo. La tecnica che ho scelto quindi è stata una puppet animation che si usa veramente poco al Cinema ma che, secondo me, era perfetta per questo film.

Com'è nata l'idea del film?

L'idea del film è nata essenzialmente dalla mia cocciutaggine, o meglio, dal desiderio irrefrenabile di mettersi alla prova su un “formato cinematografico” da 90 min e far confluire nella storia che volevo raccontare: tutto me stesso, le mie passioni, i miei interessi e soprattutto la mia modestissima idea di cinema. Sapevo fin da subito che avrei dovuto combattere con dei budget ridicoli e quindi ho scritto e concepito la storia che volevo raccontare come un puzzle i cui pezzi potessero essere smontati e “girati” singolarmente, anche a distanza di mesi o anni, senza intaccare l'integrità filmica della storia. Il “mockumentary”, in questa ottica, mi ha dato questo vantaggio importante e l'ho sfruttato.


Perchè il titolo "Come in cielo, così in terra"?

Il titolo ha chiaramente un rimando religioso e soprattutto alla preghiera più conosciuta della religione cristiana che è il “Padre Nostro”. Il tema religioso nel film è molto presente proprio per via dell’epoca storica medievale in cui alcuni dei personaggi vivono, la location dell'abbazia, la figura dell'alchimista, le reliquie ecc. Mi sembrava logico cercare un titolo per questo film che considerasse tutto questo e rappresentasse al meglio l’atmosfera di esso. Il passo preciso recita: “sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”. Tutti i personaggi sembrano aver a che fare con qualcosa di più grande di loro, che li schiaccia sotto il peso delle proprie responsabilità.

Anche il messaggio iniziale della madre è un “ricalco” dell’Atto di Dolore. Non ho cercato insomma un titolo “letterale”, ma più che altro un titolo “suggestivo”.

La risposta meno cervellotica è che questo titolo rimanda all’alchimista che cerca di unire lo “spirituale” e il “terreno” con le proprie reliquie.

Sono rimasto affascinato dalla storia che sei riuscito a creare. è qualcosa di talmente nuovo, fresco che non volevo finisse. Pensi che questo film sarà un punto di svolta per il Cinema e del genere sci-fi in Italia?

Grazie per il complimento. La “freschezza” e il fatto che fosse qualcosa di poco visto per me è sicuramente un vanto. Ammetto che però questa è proprio un’arma a doppio taglio: già alcuni distributori hanno trovato il film poco “commerciale” e troppo fuori dagli schemi.

Ogni regista crede, in maniera forse un po’ egocentrica, che l'ultima opera che hanno fatto sia qualcosa di “rivoluzionario” ed è positivo perchè vuol dire che vedono qualcosa di importante in quello che hanno fatto e lo devono difendere. “Come in cielo, così in terra” è un tassello piccolissimo in un meccanismo grandissimo e quindi non cambierà molto per il cinema di genere italiano.

Quello che forse più umilmente spererei è che diventasse un punto di svolta per me e per il mio percorso lavorativo, che possa contribuire in modo importante a dare il via ad alcuni prossimi miei progetti.

Il ricordo migliore sul set?

Il ricordo migliore riguardo alle lavorazioni del film sicuramente è legato a tutti quei momenti divertenti che ho potuto condividere con i miei collaboratori, molti dei quali oltre ad essere tali sono anche amici. La fortuna più grossa che ho avuto è stata quella aver avuto la possibilità di percorrere tutta la lavorazione del film contando sulla fiducia e sull'aiuto di tanti amici e colleghi.

Anche se il tono del film non lo concedeva sempre, è stato però importantissimo smorzare il clima con delle sane risate.

Se dovessi invece scegliere la scena preferita da girare forse sceglierei il piano sequenza finale: è stato davvero un momento di “azione” cinematografica che non vedevo l'ora di girare.

In quanto tempo hai realizzato il film?

Il film è stato realizzato nell'arco di circa 4 anni.

I primi 2 anni in cui abbiamo “spalmato” tutte le scene “contemporanee”, girando in più sessioni di ripresa; gli altri 2 anni per animazione e post-produzione.  

La scena, animata o non, più difficile da girare?

La scena più difficile da girare sicuramente è stata la scena di sesso tra la ragazza e l’amanuense nella parte in animazione del film. Ho avuto da sempre il terrore di essa perchè sapevo benissimo che il confine tra il fare una scena drammatica e una scena ridicola era davvero sottilissimo. Volevo che la scena d'amore avesse un carico di pathos importante e trovare il modo di farlo con due pupazzi è stato davvero impegnativo. Alla fine credo di aver trovato il giusto compromesso con la giusta “delicatezza”. O meglio, lo spero.

L'attore o collaboratore più divertente sul set?

Il collaboratore più divertente è stato uno dei produttori del film, Nicola, con il quale abbiamo animato il cane “Bruno”. Essendo due puppeteer è stato davvero uno spasso animare con lui la testa filo-guidata del cane.

Il tuo regista preferito?

Non ne ho solo uno. Sono cresciuto con i film di John Carpenter e David Cronenberg ma ho sempre “divorato” di tutto. Al momento mi piace molto il cinema di giovani registi come Eggers, Aster e del sempre mitico Guillermo Del Toro.

Hai altri film nel cassetto? 

Si, ho tantissimi progetti nel cassetto. Ne ho un baule! Sto cercando di portare avanti più cose possibili, primo fra tutti la sceneggiatura di quello che vorrei fosse il mio secondo lungometraggio.

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Se amate il genere Horror, lo sci-fi e volete vedere un film sperimentale diverso dal solito "Come in cielo, così in terra" è quello che fa per voi. Un film fresco, nuovo capace di far immedesimare lo spettatore, portandolo a vivere una storia ricca di misteri e di suspense. 



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