Official Selection, Extralarge, Doc10, le recensioni della seconda sessione dei corti finalisti del DFF15
EXTRALARGE (di Riccardo Gabriele):
Bolas Criollas
Questo
corto venezuelano, diretto da Juan Vincente Manrique e Vittorio Dugarte
Barbarito si presenta sia come una ferocia critica sociale che idealista, di
durata di dodici minuti.
La trama
vede due uomini Oscar e Paco vivere in una zona Bolas Criollas (che dà il
titolo al corto) in cui una rivoluzione fascista ha imposto da 50 anni agli
abitanti di vivere completamente nudi.
Il corto
fa un ottimo uso della fotografia che nella scena di apertura in cui si delinea
la città prevalgono le ombre, per poi passare ad una giornata di sole estiva,
resa ottimamente, in cui attraverso una musica allegra si percorre una spiaggia
fino ad arrivare ai due uomini protagonisti Oscar e Paco. Questi si trovano a
discutere sulle rispettive disgrazie, arrivando ad avere due ottiche
completamente differenti sul regime, uno favorevole e l’altro non del tutto a
favore.
Il tutto è
giocato sui dialoghi e sul tema della libertà, quanto sono liberi, quanto sono
prigionieri? I registi non offrono soluzioni, l’abilità dei due interpreti fa
sì che tutto il corto scorra leggero e allegro nonostante la complessità di
vedute che poi se potrebbero trarre terminata la visione.
Un corto
molto particolare che ha l’efficacia di un ottimo sketch teatrale (il tutto è
ambientato in una spiaggia, tranne l’inizio ed alcune rapide scene).
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Reonghee
Meno
solare e molto più cupo, il corto coreano di Jegwang Yeon, di durata di
quindici minuti.
La trama:
due donne condividono un appartamento e si recano al lavoro. Reonghee, una
delle due che da il titolo al corto, durante una fuga, muore.
L’altra si
ritrova così a vivere un profondo lutto per la perdita della sua amica. Il
regista sia a livello di fotografia che di composizione delle inquadrature
comunica un forte senso di distacco e freddezza.
Di fronte
ad una morte atroce che viene resa con un piano sequenza girato molto bene,
quasi a livello documentaristico (che anche successive visione non ne
sminuiscono la potenza), tutto procede normale, la fabbrica riprende a
funzionare, gli operai si rimettono a lavoro.
Distacco
che viene enfatizzato dal silenzio che dall’inizio alla fine avvolge l’opera,
nessuna musica accompagna la visione e il personaggio dell’attrice protagonista
pronuncia ben poche frasi, relegando la sua interpretazione a gesti e sguardi,
molto efficaci, in particolare quello finale, che sa colpire come un macigno lo
spettatore.
Un corto
che non scorre leggero ma che sa trasmettere tutta la portata di una vicenda
estremamente drammatica con ottime capacità tecniche.
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Sleepless
Il corto
mongolo diretto da Sil Van Der Woerd e Jorik Dozy è semplicemente una
meraviglia per gli occhi e le orecchie.
La storia
è quella di un padre mongolo, minatore, che pota via dalla città inquinata, la
figlia malata. La sua meta uno sciamano.
Un corto
che non solo si limita a critica ambientale, a questo proposito ottime le scene
della parte industriale, reso in toni molto cupi, contrapposto alla foresta
innevata che sembra fuoriuscire invece da una fiaba; assume anche tonalità
poetiche. A sottolineare questo aspetto, l’ottima colonna sonora che si
amalgama alla perfezione alle varie vicende, rendendo ancor più etereo e
onirico tutta la fuga e la vita nella parte al di fuori della città
industrializzata. Sono tredici minuti ma la bellezza del corto fa sì che non
desideri mai arrivare alla fine, ogni elemento presentato lo senti e lo vivi,
forse l’unica pecca è che per ovvie ragioni date dal periodo, non lo si veda su
uno schermo cinematografico: tolto
questo, è un corto che sa farvi vivere un bellissimo viaggio, affrontando nel
frattempo tante diverse tematiche, lasciandovi soddisfatti e scossi.
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OFFICIAL SELECTION (Di Francesco Rosati):
Non Può
Salvo ha
abbassato la testa. Ha preferito adattarsi. E per questo la vita è stata
clemente con lui. Marcello è il "fratello maggiore" che ha sempre
ammirato, ma che non ha mai avuto il coraggio di essere. Il tempo di una
sigaretta sancisce la fine di una lunga amicizia che va avanti dalla tenera
età. Sono lontani i pomeriggi alla parrocchia spesi in interminabili partite a
calcio. La vita li ha allontanati troppo, portandoli a scelte che probabilmente
neanche loro immaginavano. Ma la colpa non è di nessuno.
Ma l'amore, no/L'amore mio non può/Disperdersi nel vento, con le rose
Una Canzone. Un film. Il corto diretto da Luca Vecchi, già conosciuto per The Pills, ci racconta in pochi minuti una storia intensa affiancata da un ottimo climax. Il corto scorre benissimo e tiene lo spettatore incollato allo schermo.
Breve ma intenso, Non Può ci lascia con un finale a sorpresa eccezionale che lascia quasi amarezza nello spettatore. Fotografia e Regia aumentano la bellezza dell'opera. Straordinari i due attori che si immedesimano benissimo nella parte. Il corto è in Dialetto Romano.
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Sound:
Negli ultimi anni centinaia di donne sono rimaste vittime di violenza
prenotando i taxi online.
Di questo parla Sound. Una denuncia contro un tema che qui in Europa è sconosciuto. Immaginate di prendere un taxi online e ritrovarvi nel vostro incubo peggiore, He Qianming ci propone un corto simbolico con una Trama interessante ma con qualche difetto.
Ho apprezzato molto il lavoro del team di questo film. Infatti, come detto in precedenza, la trama è interessante ma pecca troppo in qualche punto. Il corto ha scene grottesche che non vanno in linea con ciò che si voleva mostrare. I dialoghi non sono eccelsi, qui infatti pecca la sceneggiatura non curatissima. Si poteva fare molto di più con un tema del genere, mentre nel film si scende nel banale.
Sicuramente non il miglior corto che ho visto nel festival.
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Vanheder - Disrepute
Ultima lezione della settimana per Niklas. Sta per cambiare scuola dopo anni di bullismo subito, decide però di farlo dopo uno sfogo finale.
Il bullismo è un tema complesso. Il corto spiega in pochissimi minuti come Niklas (in foto) abbia subito in diversi anni atti di bullismo che lo hanno portato a questo dialogo finale con i compagni. Un dialogo che fa pensare molto alle conseguenze psicologiche del protagonista.
Il corto è bello e fa riflettere, lascia l'amaro in bocca ma comunque fa pensare lo spettatore e lo porta a provare empatia per la questione. Certo si poteva fare di più su qualche aspetto come il montaggio, ma per il resto è completo.
Un tema che il mondo del cinema porta sul grande schermo da anni. Questo corto è un altro splendido pezzo del puzzle.
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Il Primo Giorno Di Matilde
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